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Tasi, ai Comuni metà gettito ad aliquota base

lentepubblica.it • 26 Maggio 2014

Un acconto pari al 50% della Tasi calcolata ad aliquota base. Dovrebbe essere questa la misura utilizzata dal governo per tappare il buco di cassa dei comuni causato dal rinvio della scadenza per l’acconto, scadenza che dovrebbe essere fissata al 16 ottobre. È quanto si desume dalla bozza di decreto legge predisposto dall’esecutivo, il cui esame, però, è slittato alla prossima settimana. Stando a quanto comunicato nei giorni scorsi dal presidente dell’Anci, Piero Fassino, il buco vale circa 2 miliardi di euro, anche se non si sa come si sia arrivati a questa cifra, visto che l’elenco degli enti che non incasseranno la prima rata della Tasi non è ancora definitivo. In ogni caso, come noto, le amministrazioni che vogliono riscuotere già a giugno devono inviare entro oggi le proprie deliberazioni al Mef. Da domani, quindi, si potranno fare conti più precisi. Dunque, i comuni che usufruiranno della proroga (si veda box in pagina) incasseranno la metà della Tasi standard, ovvero calcolata applicando l’aliquota dell’1 per mille. Sarà il Mef ad effettuare tutti i conteggi, il che (alla luce degli inciampi delle «stime» ministeriali sull’Imu degli anni passati) potrebbe riservare qualche sorpresa. Tutta la partita, in ogni caso, si giocherà esclusivamente sul piano della cassa e quanto anticipato ai sindaci sarà poi recuperato dallo Stato a valere sugli incassi futuri. Sulle nuove date di scadenza dei versamenti Tasi, c’è ancora incertezza. Al momento, la soluzione più gettonata è il 16 ottobre, ma solo per gli immobili diversi dalle prime case. Per queste ultime, dovrebbe essere confermato il pagamento in un’unica soluzione entro il 16 dicembre. Sul punto, tuttavia, non sono esclusi ulteriori ripensamenti. La vicenda Tasi non dovrebbe causare ulteriori ritardi nella distribuzione del fondo di solidarietà, peraltro già fuori tempo massimo (il riparto avrebbe dovuto essere disposto entro metà maggio). Nell’ultimo incontro tra Mef e Viminale è stato anche deciso che i nuovi tagli previsti dal dl 66/2014 saranno operati in un secondo momento, anche perché tale provvedimento potrebbe subire modifiche in sede di conversione (Fassino ha chiesto di ridurre i tagli a carico dei comuni, bollandoli come insostenibili). Ovviamente, nella costruzione e nella salvaguardia degli equilibri dei bilanci di previsione, di tali tagli occorre comunque tenere conto. Stesso discorso vale per il riparto del fondo da 625 milioni originariamente stanziato per finanziare le detrazioni Tasi e poi svincolato: anch’esso sarà ripartito più avanti con un diverso provvedimento e le somme dovranno essere incassate come trasferimenti, senza confluire nel fondo. Nei prossimi giorni dovrebbero essere definite le stime di Imu e Tasi ad aliquota base in vista del varo del dpcm.

FONTE: Italia Oggi

AUTORE: Matteo Barbero

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